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La trasformazione del sistema salute è al centro delle attenzioni dell’Healthcare Transformation T-Lab, in cui Francesca Dal Mas ha il ruolo di co-chair.
Gli ambiti di ricerca sono davvero molteplici, anche vista la velocità con cui le nuove tecnologie si affacciano sul mercato, mettendoci a disposizione risorse di cui dobbiamo inquadrare costi, impatto e utilità, per poi trovare modelli di impiego sostenibili capaci di massimizzarne il valore per le persone e la loro salute, in un’ottica di innovazione trasformativa.
Il legame tra i droni, visti dai più come un giocattolo o al più un ausilio al servizio di fotografi e videomaker, e sanità può non apparire immediatamente evidente, ma lo diventa in tutto il suo potenziale a fronte di ricerche e sperimentazioni come quella che ci racconta Francesca Dal Mas, co-autrice insieme a Federico Lanzalonga, Michele Oppioli e Silvana Secinaro dell’articolo “Drones in Venice: Exploring business model applications for disruptive mobility and stakeholders’ value proposition” pubblicato sul Journal of Cleaner Production nel Volume 423 del 15 ottobre 2023, insieme a Valerio Bignardi, ideatore del progetto Flying Aid.
Grazie mille per la disponibilità per questa intervista!
Per chi ci legge, parliamo di droni e ultimo miglio nella distribuzione logistica: crescono le applicazioni ma, tra queste, il trasporto di farmaci spicca per valore e benefici. Quali sono i principali vantaggi e quali invece le sfide di maggior rilievo che dobbiamo ancora superare?
Parliamo di consegna di farmaci tramite droni, a partire dalle farmacie ospedaliere, in territori ove allo stato attuale manca la farmacia territoriale ma vi è una popolazione di soggetti con malattie croniche che necessitano di trattamento farmacologico.
La tecnologia esiste, ed è perfettamente funzionante. Certo, si tratta di sistemi complessi che, nel caso del progetto Flying Aid, hanno visto l’interazione e la collaborazione di primarie aziende – orgogliosamente al 100% italiane per proprietà e produzione – attive in diversi ambiti tecnologici.
Gli aspetti gestiti, così come le integrazioni, sono davvero molteplici:
- il dialogo con il sistema di logistica di logistica nella farmacia di riferimento
- il rifornimento tramite armadietti automatizzati
- la gestione del drone e del suo piano di volo
- il rifornimento in un altro armadio a destinazione
- la comunicazione con i pazienti e/o i caregiver per il pickup del pacchetto contenente i farmaci necessari.
Le tecnologie di frontiera impiegate sono molteplici, dalla blockchain all’intelligenza artificiale conversazionale.
Vanno inoltre sottolineate le complessità normative, legate sia alla merce trasportata – i farmaci hanno un regime legale molto articolato – sia al piano di volo, considerata in particolare la vicinanza con l’aeroporto intercontinentale Marco Polo di Venezia.
Il progetto ha innumerevoli vantaggi, in primis ottemperare allo scopo primario del Servizio Sanitario Nazionale, ovvero garantire la cura a tutti i pazienti, con particolare attenzione alle persone fragili che vivono in zone disagiate o non servite da farmacie territoriali limitrofe.
Questo sistema di mobilità è particolarmente sostenibile dal punto di vista sia ambientale che sociale, e anche il costo in capo alla Pubblica Amministrazione risulta assolutamente abbordabile, soprattutto se si considerano i benefici per la popolazione che può, grazie al sistema, curarsi, evitando di aggravare la propria condizione e di arrivare quindi a costosi ricoveri o trattamenti più invasivi.
Come tutti i progetti “nuovi”, però, richiede dinamiche di accettabilità e un cambio di paradigma da parte di tutti i portatori d’interesse coinvolti: pazienti, caregiver, medici di medicina generale, farmacisti ospedalieri, pubblica amministrazione. Non da ultimo, come già detto, insieme alla gestione e al rispetto di un insieme di normative estremamente articolate.
Venezia è una città con caratteristiche distintive: cosa la rende particolarmente interessante per una sperimentazione in questo campo?
Venezia è una città unica, situata in un territorio ove vi sono numerose isole abitate, soprattutto da una popolazione anziana, difficilmente raggiungibili se non con il sistema pubblico di traghetti.
Raggiungere l’isola principale o la terraferma da isole come Sant’Erasmo e Le Vignole può comportare un viaggio di due ore. Si tratta inoltre di territori dove mancano o, nel tempo, sono stati soppressi alcuni servizi importanti, quali ad esempio le farmacie territoriali.
Questo rende la città un contesto ideale per nuove progettualità e sperimentazioni.
Oltre agli scenari urbani, quali sono le prospettive di questa risorsa per le zone rurali e di montagna?
Il modello studiato da Flying Aid è perfettamente adattabile in tutti i contesti, compresi quelli urbani. Certo, i vantaggi per portare un servizio necessario ad una popolazione residente in contesti complicati sono particolarmente rilevanti e d’impatto sociale proprio in zone come le isole della Laguna Veneziana o i contesti montani.
Le novità tecnologiche introducono cambiamenti, a volte decisamente significativi, su processi e mezzi antecedenti, a volte sostituendoli completamente a volte integrandoli: che scenari si possono prospettare per il trasporto di medicinali?
Come già emerso, il modello di Flying Aid è assolutamente sostenibile in qualunque contesto. Ovviamente, non andrà a sostituire del tutto i modelli tradizionali, ma ci aspettiamo una sua applicazione spinta in contesti dove questa tecnologia può davvero fare la differenza nel servire e supportare una popolazione con bisogni particolari.
Tale tecnologia può risultare inoltre particolarmente preziosa in contesti d’emergenza, si pensi alle soluzioni riscontrate durante la recente pandemia o eventi ambientali come alluvioni, che rendono momentaneamente inaccessibili alcuni territori. In casi come questo, dopo aver raggiunto e coperto con Flying Aid le zone disagiate nei primi momenti dell’emergenza, è corretto ragionare su di una seconda fase, dove le farmacie territoriali possono venire rifornite di farmaci tramite droni.
Abbiamo visto in altri Paesi sperimentazioni, sempre legate ai droni, per il trasporto rapido di defibrillatori dove necessario: quanto ha in comune questa applicazione con il trasporto di medicinali con droni?
Il concetto di base è simile: trasportare in modo ecosostenibile, veloce, economico ed efficiente prodotti sanitari. Ovviamente la differenza è nella complessità logistica di un servizio di distribuzione così capillare. Infatti il trasporto del defibrillatore tramite drone è un trasporto che avviene con una frequenza bassa, si contano meno di 10 voli l’anno.
Flying aid invece, prevede migliaia di voli l’anno al fine di garantire un approvvigionamento costante di farmaci a pazienti cronici fragili, con tutte le complessità operative del caso.
Quali vantaggi può apportare, da un punto di vista economico, questo sistema?
Premesso che questo progetto non ha come finalità principale il mero risparmio economico, vista l’attuale situazione delle finanze pubbliche, riuscire ad offrire un servizio efficiente ed economicamente più vantaggioso diventa doveroso. Quindi i vantaggi economici sono considerevoli, e si dividono tra costi diretti ed indiretti.
Tra i costi diretti c’è sicuramente il costo del farmaco: un farmaco consegnato tramite la distribuzione diretta (tramite farmacia ospedaliera) costa almeno il 50% in meno, a parità di farmaco, rispetto alla distribuzione per conto (ovvero tramite farmacia territoriale), e già questo sarebbe un risparmio sufficiente per sostenere il progetto. Inoltre, tra i costi indiretti, ci sono i costi dei ricoveri per ricaduta del paziente domiciliari dovute ad errata o assente assunzione di farmaci.
Il costo di un ricovero è, naturalmente, enormemente più alto di una consegna dei farmaci tramite drone, e si attesta mediamente sui 650 € (cambia da regione a regione, dal motivo del ricovero, patologie ecc). Quindi garantire un corretto e tempestivo approvvigionamento dei farmaci riduce significativamente la possibilità di ulteriore ricovero del paziente cronico fragile.
Guardiamo avanti: quali sono gli aspetti più meritevoli di attenzione e ricerca per avvicinare i benefici di questa risorsa?
Per quanto riguarda il progetto Flying Aid, gli aspetti più meritevoli di ricerca e studio riguardano l’indicatore di aderenza terapeutica, ovvero osservare e misurare come migliora l’indicatore di aderenza della terapia prescritta per chi può utilizzare il programma Flying Aid data la residenza in zone disagiate tipo isole o comunità montane non servite da farmacie territoriali.
Di particolare interesse sono poi gli studi in materia di sostenibilità ambientale ma soprattutto economica, soprattutto considerando quei costi indiretti a seguito della mancata aderenza alla terapia farmacologica prescritta, quali ad esempio ricoveri o il ricorso a piani terapeutici più complessi e costosi.
Infine, dal punto di vista squisitamente di ricerca rileva la technology acceptance, ossia la comprensione del grado di accettabilità della nuova tecnologia che, se pur “friendly”, impone a pazienti e caregiver di utilizzare strumenti quali smartphone, email ecc e agli operatori (ad esempio farmacisti) di cambiare i paradigmi di lavoro utilizzati fino ad ora. Tali studi possono fornire spunti per i decisori sanitari ma anche per le aziende per ridurre le barriere e quindi stimolare l’uso delle nuove tecnologie.
Ringraziamo Francesca Dal Mas e Valero Bignardi per averci raccontato questa importante innovazione che coglie l’importante sviluppo tecnologico dei droni, sempre più performanti, per metterlo al servizio delle persone e della loro salute, efficientando un processo esistente e creando le premesse per lo sviluppo di ulteriori possibilità di interazione con i pazienti a loro beneficio ma anche a beneficio di tutti gli attori coinvolti e in generale di tutto il sistema, una vera e propria innovazione trasformativa capace di generare valore in molteplici modalità.