This content is currently available only in Italian.
Nei giorni scorsi, a New York, Deloitte ha presentato il suo Art & Finance Report 2025, l’appuntamento annuale di riferimento a livello internazionale per comprendere le connessioni tra arte, finanza e sostenibilità.
In questa edizione ITIR – attraverso l’European Art Assets Observatory (EAAO) – ha partecipato con un contributo scientifico elaborato insieme a Deloitte Private, dal titolo: “The strategic role of cultural initiatives and cultural impact measurement in the evolving sustainability reporting landscape”.
Firmato da Stefano Denicolai (Presidente di ITIR e professore ordinario dell’Università di Pavia) e Luca Cavone (Ricercatore ITIR e coordinatore del progetto European Art Assets Observatory – EAAO), insieme a Ernesto Lanzillo (Deloitte Italy Private Leader) e Roberta Ghilardi (Sustainability, Art & Finance Senior Manager, Deloitte), l’articolo affronta un tema di crescente rilievo per il mondo della sostenibilità: la misurazione e la comunicazione dell’impatto delle iniziative culturali d’impresa.
Dalla cultura come leva di sostenibilità all’European Art Assets Observatory
Il contributo di ITIR e Deloitte parte da una constatazione chiave: nell’attuale contesto europeo, segnato dall’implementazione della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), la capacità di integrare la dimensione culturale nella rendicontazione ESG è destinata a diventare un elemento distintivo della sostenibilità d’impresa.
Le iniziative culturali, come collezioni aziendali, programmi educativi o partnership artistiche, non rappresentano più semplici attività di mecenatismo, ma strumenti strategici di creazione di valore condiviso, capaci di generare impatti economici, sociali e relazionali misurabili.
Secondo l’articolo, investire in arte e cultura non è più una scelta marginale, ma un elemento chiave della sostenibilità strategica: favorisce benessere e senso di appartenenza, rafforza l’identità aziendale e contribuisce alla creazione di valore condiviso per la collettività.
La cultura, evidenzia il report, diventa un vero e proprio driver di sviluppo sostenibile, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 e le nuove esigenze di trasparenza introdotte dall’Unione Europea.
La ricerca condotta da ITIR propone un approccio olistico alla gestione dei corporate art assets, in grado di combinare logiche e metriche quantitative (visitatori, coinvolgimento dei fornitori locali, ricadute fiscali) e qualitative (inclusione, accessibilità, valorizzazione del patrimonio, valore esperienziale e artistico).
Come evidenziato nel contributo, quantificare l’impatto culturale richiede una lettura multidimensionale che vada oltre i confini della performance economica, abbracciando la dimensione sociale e valoriale della cultura d’impresa .
Attraverso il lavoro dell’EAAO, ITIR consolida così il proprio ruolo di riferimento scientifico nello sviluppo di modelli e strumenti di misurazione dell’impatto culturale, al servizio delle organizzazioni che vogliono integrare arte e cultura nelle proprie strategie di sostenibilità.
Il testo completo dell’articolo è disponibile sul sito di Arte Generali.






